Lo smog è alle stelle e l’inquinamento delle maggiori città del centro-nord fuori controllo. Per questa ragione, si fermeranno moltissime auto.

A Roma si sono fermate tutte le auto diesel a causa dello smog. Ma la situazione non è certo migliore al centro-nord.
Unica via percorribile per evitare di rimanere a piedi è l’utilizzo di un’auto ibrida “vera” o “falsa”.
Ma partiamo dal principio.
L’Ue, con la direttiva 2008/50, recepita a livello nazionale dal D.Lgs. n. 155/2010, ha stabilito limiti severi con riguardo alle concentrazioni di sostanze inquinanti nell’aria e per tale ragione l’Italia è sotto procedura d’infrazione, in quanto sfora ripetutamente i limiti sia per le polveri sottili (PM10) sia per il biossido di azoto (NO2).
Il ministero dell’Ambiente ha quindi promosso accordi con le Regioni (l’ultimo è quello con la Sicilia, del novembre 2019) oppure con macroaree come quello del 9 giugno 2017 concluso con il Bacino Padano (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna).
Lo schema dell’accordo sullo smog
L’accordo prevede alcune previsioni molto importanti tra cui:
1) che vengano considerate tutte le fonti di inquinamento e non soltanto le automobili;
2) che siano previste sia misure strutturali preventive sia misure temporanee da attivare in caso di emergenza.
Come funzionano i due livelli di blocco
L’accordo per il Bacino Padano fa riferimento al PM10 e finchè la sua concentrazione, che viene misurata il lunedì e il giovedì, non supera i 50 microgrammi per metro cubo di aria, si applicano solo le misure strutturali.
Viceversa, dopo 4 giorni consecutivi di sforamento ha inizio l’allerta di primo livello (semaforo arancio).
Dopo 10 giorni consecutivi di sforamento, si passa all’allerta di secondo livello (semaforo rosso, che ha un’unica eccezione: previsioni di vento o pioggia).
Le auto ibride per salvarsi dai blocchi anti smog
Per sfuggire ai blocchi del traffico l’unica è avere un’auto ibrida anche perché sono favorite dalle autorità locali.
Tuttavia, sulla carta di circolazione sono classificate ibride anche le auto cosiddette micro hybrid e mild hybrid, cioè i modelli in cui la parte di propulsione elettrica è molto limitata.
Risultato: nessun grande risparmio su consumi e inquinamento.
