
Padoan, Cottarelli e Codogno sono stati interpellati dall’Agi sulla misura “salva-stati”, Mes. Ecco cosa ne pensano.
Gli esperti sulla misura salva-stati, importantissimo strumento per l’Eurozona, hanno diverse percezioni e opinioni.
Tuttavia, contattati nei giorni scorsi dall’AGI hanno tutti difeso il Meccanismo europeo di stabilità, Mes. Tutti – dall’ex ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, al direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica, Carlo Cottarelli, fino all’ex capo economista del Mef, Lorenzo Codogno – giudicano il Fondo Salva-Stati essenziale per l’integrazione europea.
Migliorabile ma irrinunciabile per la stabilità dell’Eurozona.
Secondo Pier Carlo Padoan: “È uno strumento importante, un passo avanti verso l’unificazione degli strumenti fiscali, uno strumento in grado di fornire risorse a Paesi che magari rispettano le regole, sono in buona salute finanziaria ma finiscono in sofferenza a causa di uno choc esterno. Si tratta di risorse comuni, utilizzate anche per la stabilità dell’euro”. Piuttosto, “il vero punto su cui ci dovremmo soffermarci a riflettere non è se il Mes funzioni o meno, ma se l’Italia ne abbia o meno bisogno. Al momento sicuramente no, ma se avessimo i conti un pò più in ordine, con il debito pubblico su un sentiero in discesa, tutto questo dibattito assumerebbe contorni molto meno accesi”.
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La misura salva-satati secondo Cottarelli e Codogno
Per CARLO COTTARELLI La riforma del Mef “offre una spinta a rendere più facile l’imposizione della ristrutturazione a un Paese in crisi e per questo rappresenta un rischio. Anche se nemmeno l’alternativa che molti dei critici vorrebbero, vale a dire ‘soldi gratis’, sta in piedi. E’ la presunzione che non va introdotta. La ristrutturazione va considerata caso per caso, senza analisi preventive”. Il Mes va quindi mantenuto e difeso.
Per LORENZO CODOGNO: “Improvvisamente l’Italia si è svegliata e il Mes è diventato un campo di battaglia politico”. Ma conclude: “In ogni caso, non penso che l’Italia porrà il veto sull’attuale trattato Mes”.
