
A dispetto di quanti credono che i controlli relativi all’uso di sostanze illecite sia una prerogativa del ciclismo o al massimo degli atleti olimpici, anche la F1 a volte ne viene toccata. Ne sa qualcosa Fernando Alonso che questo mercoledì è stato svegliato alle 6 di mattina da un rappresentante dell’Agenzia Mondiale Antidoping che ha suonato a sorpresa nella sua camera d’albergo per fare i dovuti rilevamenti.
Lo spagnolo, dal canto sembra averla presa bene visto che ha subito postato una foto su Instagram prima di recarsi al circuito di Portimao dove sta provando con il team Toyota per il suo nuovo impegno nel WEC, classe LMP1.
Il pilota McLaren non è stato l’unico in questi giorni a ricevere la visita dei “vampiri”, come vengono definiti scherzosamente dagli sportivi. Anche il ginevrino della Haas Romain Grosjean è stato buttato giù dal letto di tutta corsa e come il due volte iridato l’ha presa con ironia. “Non c’è niente di meglio di un controllo anti-doping alle 6 del mattino per cominciare la giornata!”, il suo cinguettio.
Nothing better than an anti-doping test at 6am to start your day… ???
— Romain Grosjean (@RGrosjean) 19 febbraio 2018
Sebbene rispetto a molte altre discipline l’automobilismo non sia dei più messi sotto la lente d’ingrandimento, qualche puntatina senza preavviso arriva. Un esempio, l’australiano della Red Bull Daniel Ricciardo, il quale ha dovuto aprire la porta ai delegati proprio il giorno di Natale.
Di buono c’è che comunque in questi anni nessun pilota di auto o di moto è stato trovato positivo a sostanze utili per migliorare le prestazioni o abbassare il livello di paura. Unico caso che però trascende il contesto sportivo in quanto avvenuto in un momento in cui la persona in questione neppure sapeva che avrebbe dovuto correre, è quello di Franck Montagny nel 2014.
Chiara Rainis