
E’ quasi un appuntamento fisso quello della Red Bull con le minacce d’abbandono. Ormai non si contano più le volte in cui la vincitrice di quattro mondiali costruttori 2010- 2013 ha dichiarato di essere pronta a levare le tende. Un paio di stagioni fa, aveva ripetuto il refrain, a causa della scarsa competitività del motore Renault, mentre più di recente si è attaccata al tema del regolamento propulsori, che dovrebbe cambiare dal 2021, chiedendo l’ingresso di produttori indipendenti e l’aumento della potenza.
“La situazione è molto semplice. Noi vogliamo un motore da 1000 cv, che faccia rumore e che consenta al pilota di tornare a fare la differenza, dotato di un solo sistema di recupero dell’energia (KERS) e di batterie standardizzate, il cui sviluppo non dovrà costare più di 15-20 milioni “. Ha spiegato a El Confidencial Helmut Marko. “Inoltre chiediamo la possibilità di ingresso di fornitori come Illien o Cosworth. Diversamente andremo via”.
“Lo scorso anno ci siamo fatti un’idea chiara della situazione. Dopo il rifiuto di Mercedes e Ferrari Bernie Ecclestone aveva dovuto obbligare la Renault a concederci ancora la power unit. Per questo esigiamo maggior eguaglianza con i costruttori”. Ha ribadito l’austriaco puntando il dito contro l’eccessiva complessità del sistema. “Le unità di oggi sono troppo complicate. Ci vogliono 8/10 persone per farle funzionare. Senza contare che chi è al volante non può fare nulla se non istruito dagli ingegneri. In sintesi dispongono di un livello tecnologico talmente elevato che non potranno mai interessare il pubblico, visto che è impossibile rivederle su auto di serie”.
Parlando invece dell’ipotesi di un intervento di Stoccarda a favore della Honda (si vocifera abbia dato un aiutino anche alla Ferrari), in forte difficoltà in termini di prestazioni e affidabilità il talent scout Red Bull ha dichiarato: “A mio avviso è un errore. Così facendo le Frecce d’Argento continueranno ad avere un margine di vantaggio”.
Infine sul probabile ingresso del Gruppo Volkswagen in F1 ha chiosato: “Il “dieselgate” ha creato loro diversi problemi. Dunque non credo verranno”.
Chiara Rainis