Da buon spagnolo, ama il calcio e lo pratica. Da buon catalano, venera il Barcellona. Da buon pilota, non lascia nulla al caso. Arriva sempre alla fine del percorso. A 21 anni, Marc Marquez è l’emblema di una generazione di sportivi dal talento unico, essendo diventato il più giovane pilota a vincere due titoli consecutivi nella “classe regina” del Motomondiale. Insieme al fratello Alex, che ha conquistato il titolo mondiale in Moto3, è entrato nella storia del motociclismo sportivo.
In un’intervista esclusiva ai colleghi di El Tiempo, il fuoriclasse della Honda confessa che non si aspettava una performance così “travolgente”: “All’inizio della stagione c’è la speranza di vincere il Mondiale – dice – ma non tutte le gare, o 10 di fila. E’ stato incredibile…”. Dopo il successo di quest’anno, Marquez ammette di sentirsi “molto fortunato ad aver raggiunto ciò che ho raggiunto, ma voglio pensare al futuro e lavorare sodo per rimanere allo stesso livello”.

Genealogia di un fenomeno
Le moto sono la passione di Marc Marquez. Ma forse lui stesso è ormai diventato la passione di questo sport… “La passione per questo sport nasce da piloti come Valentino Rossi – confida il Fenomeno di Cervera – . Ho 21 anni e ora la gente sta cominciando a conoscermi, ma non si può fare un confronto. Se i miei fan sono appassionati per come corro, ne sono molto felice”.
A cosa o a chi si ispira Marquez per essere così competitivo? “Sin da piccolo a Valentino Rossi – risponde – . E’ il pilota in cui mi sono identificato… E’ stato un onore gareggiare con lui. Posso sempre dire di aver lottato corpo a corpo con Rossi”.
Che tipo di responsabilità ha comportato il fatto di essere il fratello maggiore di Alex? “Dargli l’esempio, immagino… La verità è che andiamo molto d’accordo e diventiamo ogni giorno più competitivi – afferma – . Allenarsi insieme e passare così tanto tempo insieme ci rende ogni giorno migliori”.
Crede che il fratello diventerà più forte di lui? “Non lo so. Superarmi è difficile, perché sono molto competitivi – dice sorridendo – . Ma è uno che vince, e per questo ha conquistato il titolo di Moto3. E’ molto intelligente sopra la moto…”.
Il motociclismo è uno sport rischioso. Sente un po’ di paura in gara? “No. Non credo che si possa avere paura quando si corre a 340 km/h. Ma ci vuole molta consapevolezza, questo sì, perché ci si può fare molto male”.
Lo spagnolo ammette poi di seguire prima di ogni corsa “un rituale”. “Indosso mutande blu negli allenamenti e rossi in gara, sempre gli stessi…”.
Quanto alla possibilità di esplorare altri orizzonti del motor sport, Marquez si dice “disposto a provare la F1… spero che un giorno accada. Oppure il rally…”. “Ma il mio mondo sono le due ruote – conclude – . Non le lascerò mai”.