Intervenuto ieri pomeriggio al Forum Ambrosetti di Cernobbio, Marchionne ha ricordato che “tutti sono necessari ma nessuno è indispensabile. Il cambio della presidenza in Ferrari non è in agenda. La chiave di tutto è vincere, non solo nelle vendite e nei profitti, ma anche nello sport. Sono sei stagioni che stiamo facendo una fatica incredibile. Alonso e Raikkonen sono campioni del mondo: non riuscire a prevalere mi da un fastidio incredibile. La Ferrari in F1 deve essere vincente: è un punto non negoziabile e un obiettivo chiaro. Non si può accettare una realtà diversa da questa. Piazzamenti come la settima o la dodicesima posizione non interessano né a me né alla Ferrari”.
Il presidente della Ferrari, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, “sente di non avere le responsabilità che si vede attribuire”, e avrebbe definito “ingenerose” le parole pronunciate dal manager italo-canadese. Ma è anche convinto che sia “finita un’epoca. La verità è che ormai Ferrari è americana”.
La situazione è incandescente e potrebbe risolversi giovedì 11 settembre, quando è previsto il Consiglio di amministrazione indetto per esaminare i conti semestrali. Secondo il Corsera, l’addio di Montezemolo “è scontato, sebbene lui le dimissioni non le abbia date. Un accordo si troverà”.
Redazione